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EU ETS - Emission Trading System: misurare e ridurre

Scritto da Endress+Hauser | 28/03/2025

Per raggiungere l’obiettivo 2030 di una riduzione complessiva delle emissioni di gas a effetto serra, i settori interessati dal sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, l’ETS - Emission Trading System, dovranno ridurre le proprie emissioni del 43% rispetto ai livelli del 2005.

La direttiva ETS, che sarà in vigore per il periodo 2021-2030, lo renderà possibile tramite un mix di misure collegate tra loro. Ma quali sono i cambiamenti in atto?

In questo articolo parleremo di:

 

 

Come funziona l'Emission Trading System? 

L’EU ETS è il primo, e ad oggi il più grande, sistema internazionale per lo scambio di quote di emissione al mondo. L'Emission Trading System copre quasi la metà delle emissioni provenienti dall'economia europea, e dal 2024 include anche le attività del trasporto marittimo, che rappresentano circa il 3-4% delle emissioni totali di CO2 in Europa. L'accordo raggiunto apporta cambiamenti in tre settori chiave necessari per preparare il sistema al 2030:

  • rafforzare il sistema di scambio quote;
  • garantire solide garanzie contro il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio per l'industria;
  • fornire strumenti di finanziamento per investimenti a basse emissioni di carbonio.

 

In che modo l'ETS contribuirà agli obiettivi climatici dell'Europa per il 2030?

Una riduzione annuale più rapida del numero complessivo di quote ETS dell’UE, il cosiddetto “cap” - fissato al 2,2% all'anno a partire dal 2021  - contribuirà all'obiettivo generale dell'UE di ridurre le emissioni di almeno il 40% entro il 2030. Questo “cap" garantirà i necessari tagli alle emissioni nei settori coperti dall’ETS.

L’accordo sull’Emission Trading System comprende diverse misure chiave per salvaguardare la competitività dell'industria europea, ad esempio attraverso la continuazione dell'assegnazione gratuita di quote ai settori a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, con una quota maggiore da assegnare ai settori ritenuti più esposti a questo rischio.

 

L’EU ETS opera secondo il principio del “Cap and Trade”.
Viene fissato un tetto o limite, che stabilisce la quantità massima che può essere emessa dagli impianti che rientrano nel sistema. Entro questo limite, le imprese possono acquistare o vendere quote in base alle loro esigenze.
Le quote rappresentano la valuta centrale del sistema; una quota dà al suo titolare il diritto di emettere una tonnellata di CO2 o l’ammontare equivalente di un altro GHG.

Entro il 30 settembre di ogni anno, tutte le imprese che partecipano al sistema (i soggetti obbligati) devono restituire un quantitativo di quote pari alle loro emissioni verificate dell’anno precedente.

Fonte: ARIET - Ispra ambiente

 

Un numero limitato di quote di emissione viene assegnato a titolo gratuito ad alcune imprese sulla base di regole armonizzate di assegnazione applicate in tutta Europa. Le imprese che non ricevono quote di emissione a titolo gratuito o in cui le quote ricevute non sono sufficienti a coprire le emissioni prodotte devono acquistare le quote di emissione all’asta, da altre imprese oppure dai cosiddetti trader: persone fisiche o giuridiche che partecipano su base volontaria al sistema. Viceversa, chi ha quote di emissioni in eccesso rispetto alle emissioni prodotte, può venderle. Se una società non adempie agli obblighi di conformità, vengono applicate sanzioni pesanti così come stabilito dal decreto legislativo 9 giugno 2020, n. 47.

 

 

I benefici della normativa ETS

Diverse aziende italiane stanno approfittando della revisione dell’ETS per poter ricevere un numero maggiore di quote di CO2, dimostrando di effettuare dei “recuperi termici”, ritenuti virtuosi dalle normative e quindi premianti con un numero maggiore di quote gratuite. Questi recuperi termici devono essere obbligatoriamente misurati e registrati con un piano di monitoraggio.

Vi sono quindi nuovi punti di misura da predisporre, oppure punti di misura esistenti da verificare/tarare per renderli rispondenti alla richiesta della normativa, che recita: “Fonti di dati della massima accuratezza disponibili…”.

È stato stimato che l’approccio all’ETS per la quarta fase, cioè l'attuale periodo 2021/2030, aiuterà a guidare il progresso verso un'economia a basse emissioni di carbonio e a costruire un sistema energetico che possa garantire:

  • energia a prezzi accessibili per tutti i consumatori;
  • maggior sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell’UE;
  • riduzione della dipendenza europea dalle importazioni di energia;
  • creazione di nuove opportunità di crescita e occupazione;
  • benefici ambientali e sanitari, ad esempio attraverso la riduzione dell'inquinamento atmosferico.

 

Alcuni strumenti per la misurazione delle emissioni 

Per ottimizzare i processi e ridurre i consumi – e quindi le emissioni di gas serra – è fondamentale adottare soluzioni tecnologiche avanzate per il monitoraggio, il controllo e l'ottimizzazione delle variabili critiche nei processi industriali.

Diventa quindi importante per i gestori di impianti essere in grado di quantificare correttamente le emissioni di CO2 e garantire che siano rispettati i requisiti di accuratezza legati alle dimensioni degli impianti e al rischio. Le alternative a disposizione sono:

  • un complesso calcolo che permette di quantificare le emissioni in funzione del flusso di materiali con il supporto dei “dati di attività” generati da misurazioni dei quantitativi di combustibili utilizzati e parametri addizionali provenienti da laboratori di analisi o fattori standard quando disponibili;
  • misurare in continuo le concentrazioni dei gas serra emessi e la portata delle emissioni.

Endress+Hauser è in grado di fornire soluzioni di misura per supportare i gestori degli impianti, quale che sia la scelta della metodologia applicata per determinare le emissioni di gas serra, rispettando i livelli di qualità dei dati assegnati in funzione alle caratteristiche degli impianti.

 

In conclusione, l'adesione all'Emission Trading System è obbligatoria per le imprese dei seguenti settori:

  • produzione di energia elettrica e di calore;
  • settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio, acciaierie e produzione di ferro, metalli, alluminio, cemento, calce, vetro, ceramica, pasta di legno, carta, cartone, acidi e prodotti chimici organici su larga scala;
  • aviazione civile;
  • trasporto marittimo;
  • imprese che emettono protossido di azoto (N2O) derivante dalla produzione di acido nitrico, adipico e gliossilico e gliossale, trasporto marittimo (a partire dal 2027);
  • aziende che emettono perfluorocarburi (PFC) derivanti dalla produzione di alluminio.

L'efficienza energetica continuerà a svolgere un ruolo significativo nel conseguimento degli obiettivi dell’Unione Europea per la salvaguardia del clima e l’ottimizzazione energetica. Scopri alcuni casi di successo di grandi imprese, che hanno conseguito importanti risparmi energetici: clicca qui sotto e scaricali!