Il biometano è un vettore energetico importante, in particolare nel contesto italiano, dove questa energia rinnovabile può essere ottenuta dalle ampie disponibilità di materiale di scarto delle produzioni agricole, dall’attività di depurazione delle acque reflue e dall'impiego della FORSU (Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani).
Il 2 marzo 2018, è stato pubblicato nel nostro paese il Decreto per la promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti, poi aggiornato nel 2022.
In linea con quanto approvato dalla comunità europea, anche in Italia è possibile produrre biometano per autotrazione ed immetterlo nelle reti del gas, oppure liquefarlo, ed esistono anche degli schemi di incentivazione per la produzione di biometano.
Ma che cos’è, nel dettaglio, questo vettore energetico, come si produce e quali benefici comporta? Facciamo chiarezza.
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Indice:
- Biometano: che cos’è
- Il potenziale del biometano in Italia rispetto al biogas
- Il processo di ottenimento del biometano
- Produzione e immissione di biometano: i parametri da controllare
- Biometano: i vantaggi
Il biometano è prodotto dalla raffinazione del biogas, generato dalla digestione anaerobica di sostanze organiche. Come abbiamo introdotto, il processo di ottenimento di questa risorsa energetica parte dai reflui industriali, dalla FORSU, dai fanghi fognari e dagli scarti alimentari e zootecnici (liquami derivanti dagli allevamenti): tutte sostanze comunemente denominate “biomasse”.
Al termine del processo di purificazione e upgrading, il biometano ottenuto contiene circa il 98% di metano (CH4) ed è chimicamente molto simile al gas naturale.
Grazie a queste caratteristiche, il biometano si integra perfettamente e in maniera del tutto complementare rispetto alle altre fonti rinnovabili, come solare ed eolico, che sono di per sé fonti più rigide e non programmabili.
Parte del materiale da cui si ricava il biometano.
In termini generali, il biometano può essere considerato una fonte con maggiore efficienza del biogas. Questo deriva anche dal fatto che il biogas attualmente viene prodotto principalmente in impianti decentralizzati, dove spesso il calore generato dalla cogenerazione non viene sfruttato pienamente. Al contrario, il biometano può essere impiegato in impianti di cogenerazione centralizzati, ottimizzando l'uso dell'energia termica generata. Ma non solo: data la sua composizione molto simile al gas naturale, il biometano può essere utilizzato in molte destinazioni d'uso:
Stando agli ultimi dati disponibili di Laboratorio Ref Ricerche, in Italia il biometano ha un notevole potenziale proprio grazie a una grande disponibilità di diverse biomasse, come i fanghi di depurazione, gli scarti agricoli e agroalimentari e i rifiuti a matrice organica. Attualmente, ci sono oltre 2.000 impianti di biogas e circa 85 impianti di produzione di biometano, situati principalmente nel nord Italia.
L’eliminazione delle impurità attraverso gli impianti di purificazione e upgrading rappresenta un passaggio necessario per l’immissione del biometano nelle reti di trasporto nazionale o di distribuzione locale del gas.
Il biometano prodotto e purificato negli impianti di nuova generazione ha generalmente standard di qualità molto elevati, con contenuto di metano (CH4) superiorie al 97%.
Gli impianti di upgrading sono a loro volta collegati ai sistemi che eseguono il monitoraggio in continuo dei parametri di qualità del biometano. Tale verifica viene effettuata sia per il controllo del corretto funzionamento dell’impianto di upgrading, sia per la certificazione della qualità del biometano prodotto, che dovrà essere in accordo a quanto stabilito dalla norma UNI/TS 11537.
Il biometano così raffinato è chimicamente identico al gas naturale (CH4) e per questo motivo può essere immesso senza problemi nelle reti di trasporto e distribuzione del gas.
Per poter immettere il biometano in rete di trasporto o in rete di distribuzione, utilizzarlo nel mercato automotive o caricarlo su carro bombolaio, esso deve essere conforme dal punto di vista qualitativo ai parametri definiti dalla norma UNI/TS 11537.
Essi, richiesti in controllo continuo, sono:
Endress+Hauser fornisce strumentazione per l’analisi dei parametri da misurare e integra la soluzione con la misura fiscale del biometano, in accordo alla norma e alle procedure applicative del GSE, che nell’ambito del biometano permettono ai produttori di ricevere gli incentivi per la sua produzione.
La produzione di biometano, fonte SNAM.
Come riportato da SNAM, che ad oggi detiene oltre il 90% della rete nazionale di trasporto del gas, i vantaggi nella produzione e utilizzo del biometano sono molti. Su tutti:
Il biometano è prodotto da scarti di lavorazione e sottoprodotti di origine agricola o agroindustriale e dal FORSU. Una volta completato il processo di digestione anaerobica, i residui vengono utilizzati come fertilizzante naturale in un’ottica di circolarità economica.
La produzione di biometano è di per sé rigida e non programmabile, tuttavia la presenza di infrastrutture gas capillari che non richiedono ulteriori investimenti, e in particolar modo gli stoccaggi, fa sì che la produzione rigida diventi programmabile a costi particolarmente ridotti, soprattutto se comparati a quelli necessari per rendere programmabili altre rinnovabili quali eolico o solare.
Il biometano non necessita di nuovi investimenti in infrastrutture e aiuta a valorizzare scarti e sottoprodotti; per questo è una fonte fondamentale per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione.
Inoltre, il biometano assicura un miglioramento significativo della qualità dell’aria, soprattutto nei contesti urbani, per la quasi assenza di particolati e monossido di azoto.
Un recente studio Ecofys, sponsorizzato dall’associazione Gas for Climate, di cui Snam fa parte, ha stimato che il biometano potrebbe portare un risparmio complessivo a livello europeo di circa 140 miliardi di euro all’anno entro il 2050.
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