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La gestione del rischio nei settori farmaceutico e alimentare

16/11/2018 da Endress+Hauser, pubblicato in Gestione del rischio

La gestione del rischio nei settori farmaceutico e alimentare

Posted by Endress+Hauser on 16/11/2018

Incertezza e rischio: due elementi che sono presenti nella vita di ciascuno di noi e che si presentano nel processo produttivo di ogni impresa, qualunque sia il settore di riferimento. Ci si può approcciare in modo analitico al rischio? Sì, in quanto è una componente parzialmente prevedibile e misurabile. Come sottolinea anche INAIL, la gestione del rischio è fortemente influenzata da fattori umani.

Esistono fattori soggettivi, dipendenti dall’essere umano, la cui rischiosità può essere predetta e minimizzata, ma esistono anche fattori oggettivi di rischio, definiti anche tecnici, quali insufficienze, inadeguatezze, difetti del processo produttivo e così via. Al netto della componente umana, quali sono i problemi principali che un Quality Assurance Manager riscontra per la gestione del rischio nei settori farmaceutico e alimentare? Ne parliamo in questo articolo.

 

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Vuoi approfondire l'argomento? Leggi l'articolo "Il monitoraggio e la gestione del rischio nei settori farmaceutico e alimentare" e scopri le soluzioni più adatte alle tue esigenze!


Rischio e pericolo: la differenza

Molto spesso rischio e pericolo vengono usati come sinonimi, anche se non lo sono. Nello specifico, il pericolo è la proprietà intrinseca di un determinato fattore, potenzialmente in grado di causare danni. Il rischio, invece, è la probabilità che si verifichi effettivamente un evento dannoso. Entra quindi in gioco il fattore probabilità, fondamentale nella gestione di qualunque rischio.

Il rischio può essere espresso con una formula:

Rischio = Pericolo x Magnitudo

Il rischio quindi è il prodotto tra la pericolosità (la probabilità che un evento si verifichi in un determinato spazio/tempo) e la magnitudo, cioè la gravità del potenziale danno.

 

Le tipologie di rischio più comuni

Il D.Lgs. 81/2008 garantisce la tutela dei lavoratori in materia di salute e sicurezza negli ambienti lavorativi. Il datore di lavoro ha l’obbligo di effettuare l’analisi dei rischi di natura chimica, fisica e biologica associati a:

  • mansioni lavorative;
  • macchinari e attrezzature in genere;
  • sostanze utilizzate, o comunque presenti, nell’ambiente di lavoro.

Infatti, le tipologie di rischio più comuni sia per il settore alimentare che per quello farmaceutico sono connesse in parte al processo produttivo (per il settore farmaceutico il rischio è collegato anche all’uso di sostanze potenzialmente pericolose, mentre per quello alimentare si collega principalmente alla necessità di ottenere un processo igienico) e in parte all’utilizzo di macchinari e alla movimentazione della merce all’interno dell’azienda e verso la supply chain.

Spetta sempre al datore di lavoro attuare le misure di prevenzione necessarie, eliminando (o comunque riducendo al minimo possibile) i rischi connessi con l’attività lavorativa.

 

Le misure generali di tutela

Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono delineate all’interno del decreto legislativo 81/2008 e si possono riassumere in:

  • valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;
  • programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda e l’influenza dei fattori ambientali e dell’organizzazione del lavoro;
  • eliminazione dei rischi e, dove ciò non è possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;
  • rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione;
  • utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro;
  • informazione e formazione adeguate per i lavoratori;
  • programmazione delle misure opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l’adozione di codici di condotta e di buone prassi;
  • regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alle indicazioni dei fabbricanti.

Il decreto sottolinea anche che le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori.

In conclusione, la corretta gestione del rischio nel settore alimentare e farmaceutico prevede delle misure che implicano il monitoraggio del processo produttivo: una parte della prevenzione fa riferimento alla disponibilità e condivisione delle informazioni, come abbiamo approfondito all’articolo “Documenti a supporto del processo produttivo: casi di successo”. In questo senso, l’avanzamento tecnologico reso possibile dalla quarta rivoluzione industriale gioca un ruolo importante per il monitoraggio delle criticità. In riferimento alla gestione del rischio nel processo produttivo alimentare e farmaceutico, abbiamo raccolto le domande più frequenti in una pratica lista: clicca sull’immagine qui sotto per ottenerla!

 

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