
È iniziato tutto con un’esplosione.
Circa 13 miliardi di anni fa, sostengono gli scienziati. Una gran quantità di materia, trovandosi in una condizione di atmosfera esplosiva, è deflagrata violentemente. Per questo possiamo definire l’atmosfera esplosiva come un concetto primordiale, che precede la nascita del pianeta terra. Ma quali sono le sue caratteristiche, e quali le normative di riferimento per chi opera in un’area a rischio esplosione? Ne parliamo in questo articolo.
Nell’ambito professionale, quando si parla di “rischio esplosione” si fa riferimento ad ambienti ad atmosfera esplosiva, una specifica condizione dei luoghi di lavoro nei quali l’aria atmosferica è mescolata a sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri.
In molti contesti produttivi è inevitabile il formarsi di tale atmosfera: serbatoi di combustibili liquidi, depositi di materiali polverosi, tubazioni e condutture possono improvvisamente manifestare il loro potenziale distruttivo.
La prevenzione dei pericoli derivanti dalle atmosfere esplosive si effettua a cominciare da una attenta analisi dei singoli eventi che possono rendere possibile la deflagrazione.
Prima che con misure tecniche o procedurali, bisogna avere la consapevolezza che bisogna conservare le apparecchiature nelle condizioni ottimali di manutenzione, per rendere remota la probabilità di una esplosione. Come? Ad esempio attraverso una soluzione di Asset Management.
Per quanto riguarda la protezione vera e propria, le misure di sicurezza da adottare per evitare il rischio esplosione sono molteplici, in funzione del materiale utilizzato nel processo produttivo e dalle caratteristiche dello stesso. Ma non solo: la protezione dipende anche dalla tipologia di strumenti installati all’interno del processo.
In linea generale è fondamentale seguire le normative di riferimento segnalate da INAIL:
In generale, la prima precauzione da utilizzare per la protezione dal rischio esplosione è quella di evitare di posizionare apparecchi elettrici in luoghi pericolosi. Quando si progetta un impianto o una fabbrica o quando si rinnovano le linee di processo, questo fattore deve essere considerato come elemento fondamentale.
Altri fattori secondari, ma importanti da considerare sono le dimensioni dell'apparato da proteggere, la flessibilità del sistema e la possibilità di eseguire manutenzione da remoto.
È vero che i progressi tecnologici hanno cambiato il panorama industriale e hanno dato il via a numerosi miglioramenti nella sicurezza degli impianti, ma le apparecchiature inserite all’interno dei processi produttivi a rischio esplosione devono sempre seguire scrupolosamente le direttive come ATEX, IECEx e CSA per garantire la conformità e scongiurare i pericoli di deflagrazione che sovente danno vita a pesanti conseguenze.
Esistono diversi sistemi di protezione, anche a seconda della tipologia di atmosfera esplosiva in cui ci si trova ad operare. In generale, le tecniche di protezione si basano essenzialmente su uno o più dei seguenti principi:
In conclusione, si ricorda come il controllo e la manutenzione dei dispositivi all’interno degli impianti sia il primo fondamentale elemento di protezione dal rischio esplosione, ma non solo: la sicurezza dei processi, delle persone che vi operano e dell’ambiente stesso passa da una supervisione accurata di tutti i dispositivi impiegati. Grazie a questo controllo non si aumenta solo la sicurezza, ma anche la disponibilità degli impianti. Ne abbiamo parlato anche nella nostra guida "Plant Asset Management: guida per gestire gli asset aziendali".
Vuoi approfondire il tema della sicurezza all’interno dei processi produttivi? Clicca sull’immagine qui sotto e scarica il documento “Sicurezza all’interno degli impianti: le domande più frequenti”.
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