
Con l’entrata in vigore della Direttiva 2023/1791 e l’adeguamento della normativa italiana al quadro europeo, le regole per la diagnosi energetica obbligatoria sono state modificate in modo da rendere più attuabile il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE (previsti entro il 2050), che ridurranno la nostra dipendenza dall’importazione di risorse energetiche fossili.
Vediamo quali sono i cambiamenti del 2025 riguardanti l’audit energetico obbligatorio e in che modo influenzeranno il settore delle imprese energivore.
Indice:
- Diagnosi energetica obbligatoria per grandi imprese e aziende energivore
- Le novità della normativa e cosa cambia
- Obblighi di intervento e monitoraggio
- Le sanzioni previste dalla normativa
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L’art. 8 del D.Lgs. 102/2014, aggiornato con il D.Lgs. 73/2020, definisce le tipologie di imprese che sono obbligate ad eseguire un audit energetico ogni quattro anni e tra queste troviamo le grandi imprese, le aziende energivore.
Con la Direttiva 1971/2023, si aggiungono alla lista anche le imprese che, a partire da gennaio 2024, raggiungono un consumo annuo di energia superiore a 10 TJ per 3 anni consecutivi, indipendentemente dalla dimensione aziendale.
Vediamo nel dettaglio le caratteristiche che definiscono le prime due categorie:
Si definisce grande impresa qualsiasi azienda che soddisfa, per due anni consecutivi, almeno uno di questi criteri:
Le aziende energivore, invece, si definiscono tali se:
Dal 1° gennaio 2024, inoltre, è previsto che tutte le imprese con un consumo annuo superiore a 85 TJ debbano implementare un sistema di gestione dell’energia certificato ISO 50001, che si aggiunge al già obbligatorio audit energetico quadriennale.
Sono invece esenti:
Nel settembre del 2023 è stata ufficialmente pubblicata la Direttiva UE 2023/1791, che ha aggiornato alcune regole su cui le imprese devono basarsi per quanto riguarda l’audit energetico obbligatorio e l’efficientamento dei processi.
Ecco i quattro principali:
Anche in tema di monitoraggio, la nuova normativa introduce obblighi molto stringenti.
Dal primo gennaio 2024, le imprese che elaborano un piano di attuazione successivo all’audit devono includere nel documento la descrizione tecnica degli interventi, l’analisi dei costi-benefici con annesso periodo di ammortamento e le misure di verifica previste per monitorare il risparmio energetico effettivo.
Nel caso in cui, in fase di progettazione del piano di attuazione, uno degli interventi previsti dall’audit energetico comporti un periodo di ammortamento inferiore a tre anni, quest’ultimo diventa obbligatorio.
Le nuove normative riguardo l’obbligo di diagnosi energetica spingono le aziende ad una transizione energetica collettiva, cambiamento che si rende necessario per l’UE nella sua missione verso la riduzione della carbon footprint.
Per questo motivo, sono state stabilite varie sanzioni per incentivare le aziende energivore a rispettare le nuove regole.
Nello specifico:
In conclusione, le novità normative sulla diagnosi energetica obbligatoria rendono ancora più chiara la necessità, da parte delle aziende, di rendere più sostenibili i processi produttivi, sia per valore ambientale che ne deriva, sia per ridurre la dipendenza europea delle grandi oscillazioni del mercato dei combustibili fossili.
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