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Transizione 5.0: il decreto attuativo per il risparmio energetico in azienda

11/03/2025 da Endress+Hauser, pubblicato in Soluzioni Energy

Transizione 5.0: il decreto attuativo per il risparmio energetico in azienda

Posted by Endress+Hauser on 11/03/2025

Il settore della produzione energetica sta vivendo un momento storico caratterizzato da profondi cambiamenti, che impongono alle imprese una revisione del proprio sistema produttivo in funzione di una maggiore ecosostenibilità.

Il Piano Transizione 5.0 si inserisce in questo panorama per supportare le aziende nella transizione del modello produttivo, offrendo incentivi economici erogabili in modo proporzionale ai progetti proposti dalla singola impresa.

Vediamone il funzionamento.

 

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Indice:

- Cos'è il Piano Transizione 5.0
- Le imprese beneficiarie e il processo di richiesta
- I criteri di erogazione del Piano Transizione 5.0
- Quali interventi sono ammissibili

Cos'è il Piano Transizione 5.0 

Il Piano Transizione 5.0 è un'iniziativa del Governo italiano istituita con il Decreto-Legge n. 19 del 2 marzo 2024 (Decreto PNRR quater).

Il piano si inserisce, ad integrazione del Piano Transizione 4.0, nella Missione 7 del PNRR - REPowerEU, con un budget di 12,7 miliardi di euro destinati a supportare le imprese nel miglioramento dell'efficienza energetica e nella riduzione dell'impatto ambientale attraverso un credito d'imposta proporzionale agli investimenti effettuati.

Laddove il Piano Transizione 4.0 si focalizza sulla sovvenzione dei processi di digitalizzazione delle imprese e l’aggiornamento a tale scopo delle competenze del personale, il Piano Transizione 5.0 è progettato per offrire un sostegno economico ai processi di transizione ecologica dei sistemi produttivi che si pongono come obiettivo la diminuzione in termini quantitativi dell’uso di energia come bene di consumo e la conseguente riduzione dell’impatto ambientale.

Piano Transizione 5.0

Parallelamente, il piano incentiva in modo sostanziale i progetti di autoproduzione e autoconsumo di energia proveniente da fonti rinnovabili a fini produttivi, aprendo le imprese ad una prospettiva di maggiore indipendenza dall’uso di combustibili fossili e dalla subordinazione alle oscillazioni del mercato petrolifero e del gas.

 

Le imprese beneficiarie e il processo di richiesta

Il Piano Transizione 5.0 viene messo a disposizione di tutte le imprese con sede in Italia, indipendentemente dal settore, dalla forma giuridica, dal regime fiscale e dalla dimensione, ad eccezione delle aziende in difficoltà finanziaria o soggette a sanzioni interdittive.

I finanziamenti vengono erogati sotto forma di credito di imposta utilizzabile secondo la modalità di compensazione nel modello F24 dell’Agenzia delle Entrate, ma presentano alcuni vincoli.
Dal momento che il credito può essere prenotato esclusivamente in fase di presentazione del progetto di efficientamento, il medesimo non può eccedere l’importo stabilito.
Inoltre, il credito non può essere in alcun modo oggetto di cessione o trasferimento e non concorre alla formazione del reddito dell’impresa.
Infine, tale credito d’imposta non può essere cumulabile con le agevolazioni previste dal Piano Transizione 4.0, ma è cumulabile con altre sovvenzioni nazionali con i medesimi costi, a condizione che il cumulo non superi il costo sostenuto.

Il processo di adesione a questa agevolazione segue uno specifico processo di valutazione ex ante ed ex post attraverso la Piattaforma Informatica Transizione 5.0, accessibile tramite SPID, seguendo questi passaggi:

  1. comunicazione preventiva. L'impresa prenota il credito d’imposta attraverso una comunicazione preventiva inclusiva dei progetti di transizione ecologica e della certificazione ex-ante che attesta la previsione di riduzione dei consumi conseguibile attraverso suddetti progetti;
  2. conferma di effettuazione ordini. Una volta ricevuta la conferma del credito, l’impresa deve trasmettere entro 30 giorni dall'approvazione una comunicazione comprobante dell’effettuamento degli ordini, con pagamento a titolo di acconto non inferiore al 20% del costo totale di acquisizione dei beni, materiali o immateriali, necessari allo svolgimento del progetto;
  3. comunicazione di completamento. Entro il 28 febbraio 2026, l’impresa deve fornire una comunicazione di completamento accompagnata dalla certificazione ex-post, che dimostra il raggiungimento dei risparmi energetici condivisi all’interno della certificazione ex-ante, inclusiva anche di una revisione legale della documentazione contabile che attesta l’effettivo sostenimento delle spese dichiarate.

Le certificazioni sopracitate devono essere rilasciate da un valutatore indipendente, come gli Esperti in Gestione dell'Energia (EGE), le Energy Service Companies (ESCo) e gli ingegneri iscritti agli albi professionali con esperienza in efficienza energetica.

 

I criteri di erogazione del Piano Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 viene erogato attraverso un credito d’imposta proporzionale agli investimenti effettuati in ambito di transizione ecologica dei processi produttivi e della riduzione percentuale del consumo di energia.

Nel dettaglio, il credito viene riconosciuto solo a condizione che l’impresa raggiunga una riduzione dei consumi energetici non inferiore al 3% per l’intera struttura produttiva, o in alternativa, di almeno il 5% del processo produttivo interessato dall’investimento.

Piano Transizione 5.0

Quali interventi sono ammissibili

I progetti di innovazione presentabili per ottenere il credito previsto dal Piano transizione 5.0 includono diverse tipologie di investimento relative a beni materiali ed immateriali utili alla transizione ecologica dei processi produttivi ed interventi in ambito di formazione del personale. 

Analizziamoli nel dettaglio:

  • beni materiali per l'autoproduzione di energia. Questi si riferiscono a tutti i beni strumentali finalizzati alla costruzione di sistemi per la produzione autonoma e per lo stoccaggio di energia rinnovabile destinata all’autoconsumo. Ne sono un esempio gli impianti fotovoltaici con pannelli prodotti in territorio UE ed efficienza non inferiore al 21,5%;
  • beni immateriali per la gestione tecnologica. I beni immateriali, selezionati secondo i criteri del Modello Industria 4.0, includono gli strumenti tecnologici a supporto della transizione sostenibile, come i software di data analysis per la raccolta e l’elaborazione dei dati e i software gestionali;
  • formazione del personale. Tra questi rientrano i corsi di formazione di almeno 12 ore comprensivi anche di tematiche relative alla transizione digitale ed energetica, erogabili esclusivamente da soggetti, o centri di competenza, esterni all’impresa. Per la formazione è previsto un limite massimo d’investimento equivalente al 10% dell’importo totale e, in ogni caso, non superiore a 300.000 euro.

Quali interventi non sono ammissibili

L’erogazione dei fondi previsti per il Piano Transizione 5.0 è subordinata all’adeguamento dei dei beni interessati al principio DNSH (Do No Significant Harm).
Pertanto, sono esclusi dal credito d'imposta i seguenti interventi:

  • attività legate ai combustibili fossili, salvo utilizzi temporanei e inevitabili per la transizione, come l’impiego di veicoli mobili non stradali;
  • attività nel sistema ETS (scambio di quote di emissione), a meno che i progetti comportino una riduzione significativa delle emissioni;
  • discariche e inceneritori, salvo impianti destinati esclusivamente allo smaltimento rifiuti pericolosi non riciclabili con un'efficienza energetica migliorata;
  • attività che generano rifiuti pericolosi, salvo progetti che ne riducono la produzione, o ne ottimizzano il recupero.

In conclusione, il Piano di Transizione 5.0 offre un supporto strategico per le aziende impegnate nella transizione ecologica, facilitando l'evoluzione verso un sistema produttivo più efficiente dal punto di vista energetico. 

Inoltre, la riduzione dei costi di aggiornamento accelererà il processo di affrancamento delle imprese dall’uso dei combustibili fossili, favorendo una maggiore sostenibilità e competitività.

 

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