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Taratura strumenti di misura: aggiornamenti sulla normativa

21/07/2020 da Endress+Hauser, pubblicato in Servizi di taratura

Taratura strumenti di misura: aggiornamenti sulla normativa

Posted by Endress+Hauser on 21/07/2020

L'unico modo per garantire che la taratura degli strumenti sia un fattore critico di successo per la propria impresa è scegliere la procedura e il programma di manutenzione corretto, facendo attenzione agli intervalli di taratura.

Come ben saprai, la taratura periodica informa in merito alla precisione di misura dei dispositivi, ed è fondamentale per raggiungere alti standard qualitativi, nonché il rispetto delle norme di legge. 

Quali sono le normative più comuni sulla taratura degli strumenti di misura? Ecco una panoramica.

 

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Normativa per le misure legali: un aggiornamento

A settembre 2017 è entrato in vigore il Decreto 21 aprile 2017 n. 93, “Regolamento recante la disciplina attuativa della normativa sui controlli degli strumenti di misura in servizio e sulla vigilanza sugli strumenti di misura conformi alla normativa nazionale ed Europea”.

L’articolo 3, al comma 1, 2 recita “gli strumenti di misura in servizio, qualora utilizzati per le funzioni di misura legali, sono sottoposti alle seguenti tipologie di controlli successivi:

  1. verifica periodica;
  2. controlli casuali o a richiesta;
  3. vigilanza sugli strumenti soggetti alla normativa nazionale e europea.

All’articolo 4, comma 12 si legge: “ove non vi abbia già provveduto il fabbricante, l'organismo che esegue la prima verifica periodica dota lo strumento di misura, senza onere per il titolare dello stesso, di un libretto metrologico contenente le informazioni di cui all'allegato V" e cioè:

  • nome, indirizzo del titolare dello strumento eventuale partita IVA;
  • indirizzo presso cui lo strumento è in servizio, se diverso dal precedente;
  • codice identificativo del punto di prelievo (POD) o di riconsegna, a seconda dei casi e qualora previsto;
  • tipo dello strumento; marca e modello; numero di serie;
  • anno di fabbricazione per gli strumenti muniti di bolli di verificazione prima nazionale;
  • anno della marcatura CEE o della marcatura CE e della marcatura supplementare M, per gli strumenti conformi alla normativa europea;
  • data di messa in servizio;
  • nome dell'organismo, del riparatore e del verificatore intervenuto;
  • data e descrizione delle riparazioni;
  • data della verificazione periodica e data di scadenza;
  • specifica di strumento utilizzato come «strumento temporaneo»;
  • controlli casuali, esito e data.

Tra le novità di maggior rilievo che interessano gli utenti che utilizzano dispositivi di misura a fini legali, vale menzionare che la verifica degli strumenti non può più essere  eseguita dalle Camere di Commercio e che tutti gli strumenti metrici dovranno riportare il contrassegno verde di esito positivo della verifica periodica in corso di validità. Gli strumenti dovranno essere quindi unicamente verificati dagli organismi accreditati in conformità della norma.

 

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ISO 17025: laboratori accreditati per la taratura

Anche la normativa ISO 17025 riguarda la taratura degli strumenti, o meglio definisce i requisiti per l’accreditamento delle prove e delle tarature e, come si evince da Accredia, interessa oltre 1.300 laboratori accreditati che dovranno adeguarsi ai nuovi requisiti entro il 30 novembre 2020, in base alla transizione fissata dall’International Laboratory Accreditation Cooperation (ILAC). Dal 1° dicembre 2020, quindi, saranno validi solo gli accreditamenti conformi alla ISO/IEC 17025:2017.

Secondo quanto riportato sempre da Accredia, la norma introduce alcune novità:

  • nuova definizione di laboratorio, ossia un organismo che svolge attività di prova (testing), taratura (calibration) o campionamento associato a successiva prova o taratura (sampling).
  • Inserimento del concetto “decision rule”, vale a dire che il laboratorio, qualora sia chiamato per contratto a rilasciare una dichiarazione di conformità, deve aver stabilito preliminarmente le sue regole decisionali e averle concordate con il cliente in sede di riesame del contratto.
  • Rilascio di certificati di taratura: il laboratorio deve indicare il livello di rischio associato alla verifica, e deve chiarire a quali risultati si riferisce la dichiarazione di conformità; quali specifiche, norme o parti di esse sono soddisfatte o non soddisfatte; la regola decisionale applicata (a meno che non sia già contenuta nella norma o nella specifica richiesta).

 

Taratura strumenti ISO 9001: la gestione della qualità

Come abbiamo descritto in un altro articolo sul tema, “Verifica di taratura: tutte le certificazioni che la impongono”, la ISO 9001 è la certificazione dello “standard internazionale per la gestione della Qualità”, dove per qualità si intende la gestione ottimale dei punti dei processi produttivi che generano valore nei confronti dei clienti. Al paragrafo 7.6 vi è un riferimento esplicito alla taratura: “i dispositivi di misura devono essere tarati, in riferimento a campioni nazionali o internazionali”.

 

Altre normative specifiche per la taratura

Quelle sopra citate non sono le uniche normative disponibili sulla taratura: le disposizioni variano a seconda del settore industriale e del Paese di produzione.

Ad esempio, per la fornitura, l'utilizzo e il consumo di energia in organizzazioni industriali, commerciali ed istituzionali vige la norma ISO 50001.

Per il settore automotive è valida la ISO TS 16969, mentre per i produttori del settore alimentare e chimico/farmaceutico valgono le norme IFS, le GMP e, su suolo americano, le regolamentazioni dell’FDA.

 

In conclusione, gli standard e le normative di ciascun settore produttivo prendono in considerazione la taratura degli strumenti di misura come fattore critico di successo per assicurare qualità, produttività e maggior disponibilità degli impianti. Anche se non raccomandano la frequenza con cui i dispositivi di misurazione devono essere tarati, intervengono sostenendo i programmi di taratura per raggiungere la massima efficienza e redditività.

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